Storia

Fu una scelta felice e lungimirante, che, grazie agli sforzi di un enologo illuminato, Paolo Torchio, portò Bel Colle a diventare una delle cantine più importanti di Verduno, il primo produttore italiano di Verduno Pelaverga e uno dei simboli di riferimento della rinascita di questa zona.

Storia

Negli anni ’90 si scelse di investire sui vitigni autoctoni delle Langhe, il nebbiolo da Barolo e da Barbaresco, il Barbera e il Dolcetto. Ma Bel Colle fu lungimirante anche su bianchi, dando ampio spazio all’Arneis, vitigno principe del Roero, la Favorita e la Nascetta, rara varietà indigena di Novello.

Sotto la guida di Paolo Torchio, lo stile della cantina si distinse per la capacità di produrre vini puliti, elegantissimi, dotati di un’austera femminilità e una finezza che li rendeva immediatamente riconoscibili.

Dal 2015, Bel Colle è proprietà della famiglia Bosio, che ha rilanciato l’acquisto e la sistemazione dei vigneti, concentrando la produzione sulle più alte espressioni qualitative del territorio: il Barolo, il Barbaresco, il Langhe Nebbiolo, la Barbera d’Alba e la Barbare d’Asti. Rilanciando, nel contempo, il lavoro di qualità focalizzato sui vini bianchi autoctoni, tra cui spicca l’Alta Langa, Metodo Classico icona del Piemonte.

Oggi la cantina di Bel Colle è diretta da Luca Bosio e Mario Albrito. Luca rappresenta la nuova generazione della famiglia Bosio, il coraggio di intraprendere nuove strade e la volontà di ampliare i vigneti nelle zone più vocate, sperimentando la creazione di nuove etichette. Mario è invece la memoria storica della cantina. Classe 1963, è un veterano delle Langhe del vino, con oltre 40 anni di vendemmie alle spalle. Allievo di Paolo Torchio e seguace della sua enologia “autoctona”, è a Bel Colle fin dai primi anni 2000, un vero esperto del terrori di Verduno e delle colline circostanti.

A loro spetta il compito è di mettere a frutto oltre 40 anni di eccellenza enologica attraverso una viticoltura sostenibile di ampio respiro e un’enologia attenta al rispetto delle differenze. Una consapevolezza che si unisce ad un’attenta parcellizzazione dei vigneti, dai quali ottenere single vineyard ed etichette sempre più rappresentative di quel legame inscindibile che lega le Langhe ai suoi vini.